lunedì 3 novembre 2008

Pulsione, affettività e temperamento nella depressione

E' stato più volte suggerito da studi sui gemelli e sui figli adottivi che la depressione possa avere delle origini di tipo ereditario. E' fuor di dubbio che possa essere familiare ma nessuno è ancora riuscito a stabilire con sicurezza in che modo la depressione sia determinata da fattori genetici.

Seguendo gli studi di Freud, Abraham ha successivamente elaborato l'ipotesi che un importante precursore delle inclinazioni depressive sia l'esperienza di una perdita prematura. Tra gli psicoanalisti continua ad essere diffusa l'idea che i depressi abbiano una fissazione orale in parte per il fascino intuitivo di questa formulazione, in parte per il suo status teorico. Dal punto di vista psicanalitico si era notato che le persone che si trovano in stati depressivi distolgono dagli altri e dirigono verso se stesse gran parte dei propri affetti negativi, si odiano in modo sproporzionato rispetto alle loro mancanze. Nel periodo della psicanalisi classica quando i fatti venivano descritti in termini di pulsioni, libido e aggressività, questo fenomeno veniva definito "sadismo (aggressività) contro il Sé, o rabbia rivolta all'interno".

Il modello dell'aggressività verso l'interno è coerente con l'osservazione che le persone depresse solo raramente provano una rabbia spontanea o non conflittuale a proprio vantaggio. Invece si sentono colpevoli, e un senso di colpevolezza diffuso cosciente ed egosintonico. Un altro affetto importante vissuto dalle persone con psicologia depressiva è quello della tristezza. Il male e l'ingiustizia le angosciano. A volte i termini "tristezza" e depressione" diventano praticamente sinonimi.

A meno di non essere talmente disturbati da non avere un comportamento normale, gli individui depressi suscitano facilmente negli altri ammirazione e simpatia. Poiché dirigono all'interno invece che all'esterno i sentimenti di odio e le critiche, solitamente sono generosi e comprensivi verso ogni errore altrui.